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    • 16 MAR 23
    Depressione e demenza: la valutazione neuropsicologica nella diagnosi differenziale. Intervista alla Dott.ssa Monica Ricci.

    Depressione e demenza: la valutazione neuropsicologica nella diagnosi differenziale. Intervista alla Dott.ssa Monica Ricci.

    È noto che gli stili di vita influiscano significativamente sulla salute psico-fisica delle persone, e che uno stile di vita frenetico caratterizzato da elevati livelli di stress possa compromettere la qualità della vita e le funzioni cognitive. Inoltre, in una società sempre più anziana, il rapporto tra depressione, stress e demenza è diventato un argomento di riflessione rilevante.

    Oggi, abbiamo l’opportunità di approfondire il ruolo della valutazione neuropsicologica nella diagnosi differenziale, un aspetto cruciale per garantire una corretta anamnesi. Per farlo, intervistiamo la Dottoressa Monica Ricci, Specialista in Neuropsicologia Clinica presso l’UPMC Salvator Mundi International Hospital.

    Dott.ssa Ricci, i nostri stili di vita frenetici possono avere effetti negativi sulla nostra salute. In particolare, dormire poco e male quali effetti può causare?

    Certamente, il sonno è una funzione biologica basilare, come alimentarsi e respirare. Dormire male o poco può causare una serie di problemi di salute, tra cui una riduzione delle prestazioni cognitive, difficoltà di concentrazione e apprendimento, una maggiore sensibilità alle malattie e un aumento del rischio di disturbi psicologici come l’ansia e la depressione.

    È vero che il sonno può influire sulla memoria? In che modo?

    Sì, diversi studi in soggetti sani hanno dimostrato che il sonno gioca un ruolo importante per la nostra memoria. Durante il sonno, il cervello rafforza le connessioni tra le cellule cerebrali, che aiutano a consolidare i ricordi e a migliorare la capacità di apprendimento. In particolare, il Deep Sleep (sonno profondo della fasi III e IV) sembra essere fondamentale per consolidare nuove informazioni nella memoria e breve termine.

    Oltre al sonno, quindi, anche lo stress e l’umore condizionano la nostra memoria?

    Assolutamente. Lo stress cronico può interferire con la capacità del cervello di consolidare i ricordi e di creare nuove connessioni neurali, che sono essenziali per la memoria a lungo termine. L’umore, invece, può influenzare il modo in cui percepiamo gli eventi e può alterare la nostra capacità di concentrarci e di ricordare le informazioni.

    Che cosa si intende con pseudo-demenza depressiva.

    La pseudodemenza depressiva è una sindrome che presenta deficit cognitivi causati da un disturbo depressivo, in assenza di correlazioni con lesioni cerebrali e che deve essere necessariamente reversibile. Nel caso della pseudodemenza depressiva l’obiettivo principale della terapia è quello di cercare di far rientrare la sintomatologia psicopatologica e cognitiva tramite un trattamento farmacologico antidepressivo, psicoterapico e la riabilitazione neuropsicologica

    Come abbiamo appena visto, diverse cause, tra cui depressione, stress e invecchiamento, possono scatenare problematiche con sintomi simili, come deficit cognitivi, che richiedono trattamenti di diverso livello. In questo scenario, qual è il ruolo della valutazione neuropsicologica?

    La valutazione neuropsicologica svolge un ruolo fondamentale nella diagnosi di demenza e in particolare nella diagnosi differenziale fra i diversi tipi di demenza. La valutazione neuropsicologica è in grado di individuare profili neuropsicologici di compromissione potenzialmente reversibili, come ad esempio la depressione. Questo tipo di valutazione può aiutare a distinguere tra le diverse cause dei deficit cognitivi, facilitando l’identificazione delle giuste strategie di trattamento.

    In un certo senso, si può dire che la valutazione neuropsicologica rappresenta una modalità di prevenzione?

    Assolutamente. La valutazione neuropsicologica è parte integrante dei programmi di prevenzione primaria e secondaria.

    La dottoressa Ricci approfondirà questo tema, portando anche esempi clinici, in occasione del convegno “The Brain between stress, depression, aging and dementia: the role of neuroscience research in medical and public education” che si terrà a Roma il 17 marzo in occasione della Brain Awareness Week.