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Come comportarsi di fronte ad una colica improvvisa
Innanzitutto è bene rivolgersi subito all’urologo di fiducia o al pronto soccorso, per esser certi che il dolore riferito sia imputabile a una colica renale. Questa avviene per ostruzione dell’uretere, all’origine o più in basso, fino in vescica, e talvolta può confondersi con altre patologie. Se il calcolo è situato nell’uretere e se è di piccole dimensioni (3-4 mm) è molto probabile che possa essere eliminato spontaneamente. Da sottolineare, però, che anche un calcolo di 2-3 mm potrebbe ostruire l’uretere. Se è più grande e ostruisce completamente l’unica via di deflusso, va tolto per via endoscopica, utilizzando, a seconda dei casi, strumenti rigidi o flessibili, per ripristinare la pervietà ureterale. Se invece il calcolo è ampollare va valutata la grandezza di questo. Fino a 1,5 cm l’indicazione è per la terapia con onde d’urto, altrimenti vi è la possibilità di intervenire per via endoscopica, endoureterale o percutanea.
Attualmente esistono tecniche di approccio mini e microinvasivo per via percutanea con le quali si può intervenire su ogni tipo di calcolo. L’uso di strumenti a fibre ottiche digitalizzate e di laser o ultrasuoni rendono perfetta la visione intrarenale e la frammentazione completa del calcolo.
La terapia della calcolosi ureterale
Le onde d’urto (litotrissia extracorporea) non hanno praticamente effetto sull’uretere, se non parzialmente sul tratto prevescicale. Nella calcolosi ureterale la terapia di scelta è pertanto l’Ureterolasertrissia sotto visione ureteroscopica. Per questo si utilizzano strumenti semirigidi, ormai dal calibro sempre più sottile (2.1-2.4 mm), con canali operativi che permettono il passaggio di fibre laser, di cestelli e pinze da estrazione.
La terapia della calcolosi renale
Secondo le ultime linee guida internazionali la terapia con onde d’urto extracorporee è indicata per calcoli ampollari non superiori ai 15 mm. Per calcoli di dimensioni al limite vi è indicazione al trattamento endorenale con ureterorenoscopi flessibili.
Dopo ogni trattamento, sia endorenale che endoureterale, viene posizionato in uretere un catetere con un doppio “ricciolo” nel rene e in vescica (stent a doppio pig-tail), che servirà come tutore per l’uretere e permetterà all’urina di raggiungere la via inferiore bypassando ostacoli come l’edema post-intervento, piccoli coaguli o microframmenti di calcolo.
Il post-intervento
Una corretta analisi dei risultati nel post-intervento della calcolosi è fondamentale:
- l’analisi chimica del calcolo che, va ricordato, è solo la manifestazione “finale” della malattia calcolosi;
- lo studio metabolico del paziente nel sangue e nelle urine: per studiare tutti i metaboliti che entrano nella genesi della calcolosi, cioè calcio, fosforo, acido urico, magnesio, nel sangue e gli stessi, insieme a ossalati e citrati, nelle urine.